La nuova rendicontazione di sostenibilità
Il 2024 è un anno molto importante a livello delle politiche europee perché sono state approvate molte norme e ridefinendo il principio di sostenibilità, e d’altronde non c’è da sorprendersi. Samantha Burgess, vicedirettrice del servizio europeo sul clima Copernicus ha reso noto come i dati che sulla base dei dati raccolti gli scorsi mesi, l'estate boreale 2024 (ovvero giugno-luglio-agosto) è stata la più calda di sempre (1). La strategia della Commissione Europea è quella di rendere l’Unione Europea il primo continente a zero o comunque bassa emissione (2) di CO2 entro il 2050 e di ridurre già entro il 2030 del 55% le emissioni. L’Accordo di Parigi (3) e il Green Deal (4) favoriscono obiettivi vincolanti di riduzione degli impatti e delle emissioni dei gas climalteranti, in linea con l’obiettivo europeo di neutralità climatica da raggiungere nel 2050. Il rispetto dell’impianto normativo gioca un ruolo molto importante nella cultura del rischio d’impresa. Rispettare i criteri ESG (queste tre aree sono riassunte con l’acronimo ESG, Environmental, Social, Governance) è fondamentale per essere conforme alle direttive e alle normative a livello globale, sempre più stringenti soprattutto in Europa, al fine di mantenere una buona reputazione e accedere più facilmente a opportunità di finanziamento. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), anche nota come Direttiva 2022/2464, è la nuova direttiva europea sul reporting di sostenibilità (5). Entrata ufficialmente in vigore dal primo gennaio 2024, imporrà alle aziende nuovi e più stringenti obblighi sulle informazioni da dover rendicontare nei propri bilanci di sostenibilità. Infatti, secondo il cosiddetto “principio di doppia materialità”, dovranno essere considerati non solo gli impatti sull’ambiente e le persone causati dall’attività aziendale (come già facevano le aziende conformi alla direttiva precedente, la Non-Financial Directive[6]), ma anche l’opposto: le aziende dovranno riportare informazioni su come l’ambiente esterno, o le persone, impattano sul proprio business aziendale, generando ripercussioni economiche. Oltre a ciò, dovranno essere riportate informazioni riguardanti la strategia di sostenibilità aziendale, composta da programmi, e relativi obiettivi, su temi di sostenibilità poi valutabili tramite specifiche metriche. Questo cambiamento segna la fine delle dichiarazioni fatte solo per scopi di pubbliche relazioni: mantenere un record impeccabile sui diritti umani sarà altrettanto cruciale quanto avere un bilancio perfetto. La nuova direttiva ha ampliato l’obbligatorietà della condivisione di un rapporto di rendicontazione non-finanziario anche a medie e piccole imprese. Le aziende che trascurano gli aspetti ESG sono più esposte al rischio di cause legali che possono derivare da danni ambientali, violazione dei diritti dei lavoratori o cattiva governance. La conformità con i criteri ESG può ridurre significativamente questo rischio, proteggendo l’azienda da costosi procedimenti legali e danni reputazionali, e garantendo l’accesso a incentivi economici e sgravi fiscali non indifferenti. Tale attivismo è ritenuto da alcuni come un vezzo delle classi globali transnazionali per sottomettere i lavoratori, e non come il percorso che sarebbe dovuto intraprendere molto addietro invece di compiacersi nella teoria di crescita illimitata in un mondo finito. Quello cui stiamo assistendo non è una transizione ecologica bensì una transizione da una società industriale ad una post-industriale. Ormai Il termine sostenibilità viene spesso associato al campo ambientale; tuttavia, è ormai comprovato come l’evoluzione dei rischi globali dipenda dalla correlazione dei rischi di fattori ambientali, sociali e di governo d’impresa. L’intersezionalità di queste tre aree e la misurazione delle stesse determinano il successo di una strategia sostenibile efficiente ed efficace. Il 25 Luglio 2024 è entrato in vigore la Direttiva europea sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (in inglese, Corporate Sustainability Due Diligence Directive -CSDDD o anche CS3D [7]), da non confondere con CSRD. Sebbene le somiglianze tra CSRD e CSDDD siano evidenti, ci sono alcune differenze importanti. Le aziende conformi a CSRD non sarebbero automaticamente in grado di dichiarare piena conformità a CSDDD. Allo stesso modo, le aziende che stanno già conducendo una due diligence sui diritti umani e sull'ambiente nelle loro operazioni e catene di fornitura potrebbero non avere dati sufficienti per preparare un rapporto conforme a CSRD. Con il termine due diligence si indica generalmente l’attività di verifica che viene svolta prima di importanti operazioni societarie quali fusioni o acquisizioni, stipula di contratti; tuttavia, nella direttiva la due diligence acquisisce un significato più ampio. Le grandi imprese che operano nel mercato europeo dovranno infatti individuare, prevenire, attenuare, arrestare o riparare gli impatti negati sui diritti umani e sull’ambiente che derivano dallo svolgimento, non solo delle attività loro proprie, ma anche quelle dei loro fornitori. È bene specificare come le imprese non sono tenute a garantire che l’eventuale nocumento ai diritti umani e sull’ambiente non si verificherà mai o che sarà neutralizzato in ogni circostanza, bensì dovranno dimostrare di aver fatto quanto ragionevolmente possibile per conseguire la tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Il dovere di diligenza si configura dichiaratamente come una obbligazione di mezzi e in caso di inadempimento la direttiva CSDDD agli artt. 1 e 8, prevede una estensione della responsabilità sociale d’impresa a qualsiasi anello di tutta la catena del valore in materia di diritti umani e ambiente e responsabilità civile ex art. 29 ossia una società può essere ritenuta responsabile di un danno causato a una persona fisica o giuridica, a condizione che la società non abbia ottemperato, intenzionalmente o per negligenza, agli obblighi di prevenzione e arresto degli impatti negativi sui diritti umani e sugli impatti ambientali. Il 2024 è un anno che dove vengono poste non poche obbligazioni alle grandi imprese come anche alle PMI creando malumori e preoccupazioni tra i destinatari di questi provvedimenti, tuttavia quest’anno è un anno che vede gli apparati europei uniti e impegnati nel perseguire l’agenda della sostenibilità e della neutralità climatica. Arriva dal report annuale sullo stato dell’Unione dell’energia, pubblicato l’11 settembre 2024, l’ennesimo richiamo all’Italia sul tema della transizione energetica e delle politiche pubbliche per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano. Nel 2023 il 4,1% degli italiani ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 9,5% non poteva mantenere la casa calda durante l’inverno (8). Per questo motivo l’Italia deve aumentare il tasso e l’intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli con le peggiori prestazioni energetiche già più volte indicata dalla direttiva case green (9). È questo sulla scia dell’apparato giudiziario, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) di Strasburgo, Francia, ha emesso sentenza il 9 Aprile 2024 in un caso promosso da più di 2.000 donne svizzere (10), la maggioranza delle quali ha più di 70 anni, contro il governo della Svizzera. Esse hanno sostenuto che le ondate di caldo alimentate dai cambiamenti climatici hanno compromesso la loro salute e qualità della vita, mettendole a rischio di morte. In linea con gli impegni internazionali assunti dagli Stati membri, in particolare nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e dell’Accordo di Parigi, e le evidenti prove scientifiche fornite, in particolare, dall'IPC, la corte ha stabilito (11) che il governo svizzero (e più in generale tutti gli Stati contraenti) devono adottare le necessarie normative e misure volte a prevenire un aumento delle concentrazioni di gas serra (GHG) nell'atmosfera terrestre e un aumento della temperatura media globale oltre i livelli capaci di produrre effetti negativi seri e irreversibili sui diritti umani, in particolare il diritto alla vita privata e familiare e alla casa ai sensi dell'articolo 8 della Convenzione. La corte ha ritenuto la Svizzera inadempiente alle sue obbligazioni violando così alcuni dei diritti umani delle donne a causa di lacune nella legislazione nazionale per ridurre le emissioni che riscaldano il pianeta, nonché per il mancato raggiungimento degli obiettivi climatici passati. Questa è la prima volta che la corte si pronuncia su un contenzioso climatico. Non c'è diritto di appello e la sentenza è legalmente vincolante. La sostenibilità non è più un principio etico astratto ma è, appunto, un principio generale del diritto europeo confinato non più solo nel Trattato dell’Unione Europea, ma è ora principio cardine della sua azione politica e della sua proiezione futura per portare il continente ad abbandonare una economia industriale ad uso intensivo delle risorse, ad una economia post-industriale, circolare e non consumistico. Vi è inoltre a presidio un apparato sanzionatorio ispirato a quello in materia di tutela della concorrenza. Gli Stati membri dovranno infatti istituire Autorità di controllo indipendenti, dotate di idonee risorse e poteri, ed incaricate della vigilanza sul rispetto degli obblighi derivanti dalla CSDDD e dell'attribuzione di sanzioni. Le autorità di controllo indipendenti potranno irrogare sanzioni interdittive come ad esempio ordinare la cessazione di una determinata condotta o di astensione dal reiterarla, insomma parliamo di sanzioni di natura amministrativa che dovranno essere effettive, proporzionate e dissuasive, tenendo della collaborazione della società alla riduzione degli effetti della violazione e, quanto a quelle pecuniarie, il limite massimo previsto dalle normative nazionali non dovrà essere inferiore al 5% del fatturato netto a livello mondiale. e pecuniare con effetti reputazionali non indifferenti. La sostenibilità non è più un principio etico astratto ma, appunto, un’obbligazione di mezzi suscettibile di sanzione in caso di inadempimento.
BIBLIOGRAFIA
1) Summer 2024 – Hottest on record globally and for Europe
https://climate.copernicus.eu/copernicus-summer-2024-hottest-record-globally-and-europe
2) European Climate Law
https://climate.ec.europa.eu/eu-action/european-climate-law_en
3) L’Accordo di Parigi
https://unfccc.int/sites/default/files/english_paris_agreement.pdf
4) L’Accordo Verde Europeo
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal_en
5) Directive (EU) 2022/2464 of the European Parliament and of the Council of 14 December
2022 amending Regulation (EU) No 537/2014, Directive 2004/109/EC, Directive 2006/43/EC and Directive 2013/34/EU, as regards corporate sustainability reporting (Text with EEA relevance)
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?toc=OJ%3AL%3A2022%3A322%3ATOC&uri=uriserv%3AOJ.L_.2022.322.01.0015.01.ENG
6) Directive 2014/95/EU of the European Parliament and of the Council of 22 October 2014 amending Directive 2013/34/EU as regards disclosure of non-financial and diversity information by certain large undertakings and groups Text with EEA relevance
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32014L0095
7) Directive (EU) 2024/1760 of the European Parliament and of the Council of 13 June 2024 on corporate sustainability due diligence and amending Directive (EU) 2019/1937 and Regulation (EU) 2023/2859 (Text with EEA relevance)
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=OJ:L_202401760
8) Il Commissario europeo per l’energia Kadri Simson ha presentato l’11 Settembre 2024 il rapporto sullo Stato dell’Unione dell’Energia 2024. Nel capitolo dedicato all’Italia, l’UE sollecita il governo ad accelerare la ristrutturazione degli edifici. La contraddizione è lampante: l’Italia è mercato leader nelle tecnologie pulite, da cui proviene più di un quinto dei pannelli fotovoltaici negli edifici europei, ma è un paese con un mix energetico dominato dai combustibili fossili. L’UE ha poi esaminato uno dei punti sensibili dell’Italia, la scarsa performance energetica del suo patrimonio abitativo.
9) Directive 2010/31/EU of the European Parliament and of the Council of 19 May 2010 on the energy performance of buildings (recast)
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=celex:32010L0031
10) Climate change failings violate citizens’ rights, European court rules
https://www.ft.com/content/2f65a1b9-ba6c-4f09-8e66-96a1e06ad5b6
11) GRAND CHAMBER, CASE OF VEREIN KLIMASENIORINNEN SCHWEIZ AND OTHERS v. SWITZERLAND, 546, (Application no. 53600/20) JUDGMENT
https://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-233206